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Gianfranco De Palos

Mostra personale da sabato 8 al 22 giugno 2013

Inaugurazione 8 giugno 2013 alle ore 17


locandina_laricchia

È nato a Roma nel 1942, si è dedicato agli studi classici e musicali,
ha frequentato l'accademia di Brera sotto la guida
dello scultore E.Calvelli.
Ha effettuato viaggi culturali in Europa e Stati Uniti.
È stato in giuria a diversi concorsi di arte visiva,
artistica di letteratura e gastronomia.
È stato cofondatore del gruppo - Arte della Luce - collaborando con il
fondatore Salvadore Presta all'attività artistica.
Nel 2010 fonda con Bulferetti Andrea, per la poesia edita, il concorso
nazionale Pontedilegnopoesia.
Nell'anno 2011 fonda con Vincenzo Guarracino e Sandro Boccardi il
collettivo "I Pentagrammatici" a Sesto San Giovanni.
Hanno aderito a sue iniziative culturali alcuni tra i maggiori poeti italiani:
Raboni, Sanguineti, Bertolucci, Sanesi, iMerini, Spaziani.
Le sue opere sono in permanenza nei musei di Castellanza (Va), Mdina
- Malta, Amersfoort - Olanda, Pieve di Cento (Bo).
Ha partecipato a mostre collettive e personali in Italia e collettive in
diversi paesi stranieri.
Collabora attualmente con la Fondazione Artestruktura.
Vive a Sesto San Giovanni, Milano

Immagine
CATRAME, cm100x100_LegnoMDF+legnomultistrato, 2013
Foto E.Ghilardi

 

Pittosculture di Gianfranco De Palos

Presentazione di Amedeo Anelli
in collaborazione con Milanocosa

Quella di Gianfranco De Palos è un'arte di sintesi. Sintesi
di tradizioni e dominante compositiva ed una trasposizione
anche contrappuntistica di materie e materiali in un
bilanciamento fra pittura e scultura, fra bidimensionalità e
bassorilievo ed opere-oggetto.
Materia, forma, colore, segno dialogano liberamente e con
levità giostrandosi un primato visivo ad assetti variabili
e dai contrasti elementari ma forti. In ciò sta anche la
sintesi di tradizione dalla materialità dell'informale in cui
il catrame ha una lunga permanenza "timbrica", al rigore
astratto-geometrico del rapporto colore-forma che buca
la bidimensionalità del supporto per farsi fatto plastico,
danza di segni e valori cron1atico-tattili ed in seguito larghe
campiture di colori piatti e forti e saturi, principalmente
due a forte risonanza vitale il nero e il rosso, cui
può aggiungersene un terzo, e via così a partizioni sempre
più piccole, secondo ben precisi temperamenti cromatici e
modularità.

Vi è poi un'idea di centralità della visione con spinte centripete
e centrifughe od un'idea di simmetria per diagonalità,
e non solo a livello compositivo, ma anche nell'uso
di fi gure mediatrici, fi gure geometriche stabili: cerchio,
triangolo, rettangoli. Tutto ciò converge in un'idea di eccesso
temperato con' l'inserzione di elementi allotropi
come maglie, reti, plastiche, legnetti, di lontana ascendenza
"araldica", eredità della tapisserie surrealista e dal
merzebild dadaista.
Il "senso musicale" della composizione che tutto sottomette
- non solo per la sintassi, ma anche per misura e
ritmo - dà un risultato di pulizia formale ed di consonanza
e forse anche di sublimazione emotiva dove i rossi i neri
intensi potrebbero indulgere altrove.
In questa ars combinatoria e traspositiva è l'idea-percezione
che fa da padrone lasciando in secondo ordine istanze
ulteriori sia narrative sia simboliche, ed ogni richiamo
a retro-mondi.